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F1 | Elezione presidente FIA: Ben Sulayem fa campagna elettorale. Un unico rivale lo contrasta

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Mohammed Ben Sulayem condivide lettere di sostegno da club FIA in Africa, Asia e Paesi ispanofoni per l’elezione del presidente FIA. La sfida con Tim Mayer avrà luogo il 12 dicembre 2025.

La corsa alla presidenza della FIA entra nel vivo. I candidati sono l’attuale numero uno Mohammed Ben Sulayem e lo statunitense Tim Mayer. In questi giorni Ben Sulayem ha pubblicato sui social una selezione di lettere firmate dai club membri che dichiarano il loro appoggio alla sua rielezione. Il messaggio punta a mostrare una base di consenso ampia e internazionale.

Il sostegno reso pubblico

Nel suo post, Ben Sulayem ringrazia i membri per la fiducia e parla di energia e motivazione per proseguire il programma iniziato nel suo primo mandato. Tra le lettere mostrate figurano sostegni dall’Africa, dall’Asia e da diversi Paesi di lingua spagnola. L’obiettivo è evidenziare un fronte trasversale a favore della continuità.

Le tappe verso il voto

L’elezione è in calendario il 12 dicembre 2025, durante l’Assemblea Generale della FIA. È la data chiave che determinerà la guida della federazione per i prossimi quattro anni.

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Tim Mayer. Candidato alla presidenza FIA

Chi sfida Ben Sulayem

Tim Mayer, ex commissario sportivo e dirigente di lunga esperienza, ha ufficializzato la candidatura a Silverstone e ha diffuso un manifesto programmatico (“FIA Forward”) con proposte su governance e trasparenza. Il suo messaggio punta a “rinnovare la democrazia” interna e a ridurre la concentrazione di potere al vertice.

Il ritiro di Carlos Sainz Sr.

Per alcune settimane si era parlato di Carlos Sainz Sr. come possibile rivale. Il due volte campione del mondo rally, però, ha scelto di non candidarsi, anche per concentrarsi sui suoi impegni sportivi. La sua uscita di scena ha semplificato la sfida, lasciando di fatto un duello diretto tra Ben Sulayem e Mayer.

Perché il sostegno conta

Il sostegno pubblico dei club membri pesa: sono loro, infatti, a votare il presidente. Mettere in vetrina adesioni da più regioni del mondo è una mossa comunicativa che può consolidare la percezione di leadership e stabilità. Dall’altra parte, l’esistenza di un programma alternativo e di critiche alla governance attuale garantisce un vero confronto di idee in vista del 12 dicembre.






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